Stephen Gill è stato un appassionato di microbiologia, quando gli fu proposto di dare una sua visione dello stagno di Dudelange iniziò a pensare ai mondi microscopici situati all’interno di altri mondi. Fu in questo modo che l’autore si rese conto di diventare sempre più consapevole dei modelli e dei processi delle vite dello stagno relazionati a quelli delle vite umane, all’interno di una società. L’impegno di Gill in questo suo lavoro è quello di cercare di fare coesistere questi due mondi, così apparentemente lontani, fisicamente vicini e di nuovo visivamente lontanissimi.
Il prodotto è uno studio fotografico che somiglia ad una sorta di arazzo, composto di fotografie scattate al microscopio, e di ritratti alla gente del luogo ottenuti immergendo a priori la macchina fotografica subacquea nell’acqua dello stagno. A completare il tutto, L’autore immerse anche le stampe nello stagno, per trasferirvi sopra la vita microscopica che lo abitava.