La visione distopica della città di Hong Kong non lascia molto spazio alla speranza, non lascia spazio e basta. Mancano le linee di fuga, non c’é orizzonte e anche il sole fatica ad illuminare le facciate degli immensi palazzi trasformati in suggestioni grafiche, nessuna attinenza con la realtà e la presenza umana che può essere intuita solo esplorando i microscopici dettagli di ogni singola e sorprendente immagine. Viene in mente “Blade Runner”, il film di Ridley Scott che nel 1982 immaginava una futuristica città di Los Angeles, abitata in gran parte da cittadini di origine asiatica e organizzata come un’immenso alveare dalla dubbia vivibilità.
“Hong Kong Inside Outside” è oggi oggetto per collezionisti e composto da 2 volumi: uno riferito all’esterno delle costruzioni e l’altro al loro interno, dove, sorprendentemente, si va a scoprire l’esistenza della vita e di una apparente e normale quotidianità.