“Siamo storie.
Diciamo loro di creare ed esprimere noi stessi.
Che tipo di storie raccontano gli europei centro-orientali che vivono in Lituania?
Di norma, le loro narrazioni sono drammatiche e venate di malinconia. È così che le persone in questa parte d’Europa trasmettono un importante pezzo di conoscenza da una generazione all’altra: che questa è una terra spesso battuta da tempeste storiche che facilmente sballottano le persone come barche a vela in un mare in tempesta capace di spezzare o annegare le vite di individui, società e stati.
In effetti, se il secolo scorso, spesso indicato come un’epoca di orrori ed estremi, ha dimostrato che tali tempeste possono traumatizzare psicologicamente, paralizzare fisicamente o addirittura uccidere praticamente qualsiasi europeo, questo è ancora più vero per coloro che vivono in quello che lo storico americano Timothy Snyder si riferisce alle “terre insanguinate” del continente.
La Lituania è posizionata proprio nell’epicentro di queste “terre di sangue”. Ed è per questo che i lituani, che tra il 1914 e il 1990 sopravvissero a due guerre mondiali, alla creazione di uno stato indipendente nel 1918 e alla sua dissoluzione appena due decenni dopo nel 1940, alla sequenza di occupazioni sovietiche, naziste e poi ancora sovietiche, l’Olocausto, Le repressioni e le deportazioni di Stalin, una guerra partigiana antisovietica e la crudele resa dei conti di quel regime con i combattenti per la libertà, le mille forme di violenza psicologica nella vita di tutti i giorni, i periodi di sconvolgimento economico e di scarsità spesso ne descrivono l’esistenza e l’esperienza con due parole: “sentirsi insicuri ”. Questa sensazione è scritta nel linguaggio del corpo dei miei genitori e dei miei nonni, nei loro sospiri, nei loro sguardi e nei loro silenzi.
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Queste esperienze complesse, dolorose e traumatiche modellano le identità individuali e sociali, rendono quasi impossibile l’oblio e trascendono i limiti dei confini di ogni singolo individuo o generazione, diventando così spesso forze importanti che modellano il presente della società.
Le persone che ti guardano dal libro di fotografie di Joey Abrait parlano silenziosamente di cose… Ognuna di loro è una storia distinta e originale. Testimoniando le storie che creano loro stessi con gesti e sguardi.
Con queste fotografie il significato e la profondità delle loro esperienze si rivelano davanti ai tuoi occhi”.
Aurimas Švedas, Assoc. Dr., Vilnius University