A cavallo tra il 1978 e il 1981, Sophie Calle ha esplorato di nascosto la stanza 501 del Grand Hotel d’Orsay, allora in disuso, documentando in modo certosino gli oggetti al suo interno sulle tracce del signor Oddo, il misterioso tuttofare del palazzo, come una sorta di detective alla ricerca di indizi.
Invitata dal curatore del Musée d’Orsay a ritornare nell’edificio per continuarne l’esplorazione nel pieno della pandemia, l’autrice si aggira nella desolazione assoluta dei corridoi armata di flash per ricostruire, con l’aiuto degli scritti dell’archeologo francese Jean-Paul Demoule, un’ambigua storia a metà tra realtà e finzione in cui le vite di sconosciuti si intrecciano con indizi misteriosi e la ricorrente presenza del fantasma del signor Oddo.