Sette paia vuol dire quattordici. Provo a sfogliare e a contare tra le fotografie di Jochen Lempert ma non ritrovo quel numero da nessuna parte. È una ricerca inevitabile e al tempo stesso impossibile. Sembra un trucco, quasi uno scherzo che l’artista vuole farci per obbligarci a cercare qualcosa. D’altra parte è lo stesso Lempert a unire un approccio scientifico alla sua osservazione della realtà. Con il rigore di un matematico sceglie e classifica i suoi soggetti – piante, animali e fenomeni naturali – ma a emergere non è più la sua conoscenza empirica quanto uno sguardo poetico sul mondo. Perché farci contare se di fronte alle sue fotografie si dimenticano numeri e tipologie e si nota solo l’elegante semplicità della relazione tra natura e uomo?
Dal testo di Sarah Cosulich, curatrice della prima mostra personale di Lempert in Italia di cui questo prezioso libretto è il catalogo.