L’Inghilterra di Ian Howorth è una terra della mente fatta di casette dai muri colori pastello, automobili d’altri tempi e interni di bar tinti di nostalgia dalla luce del sole morente.
“ Penso spesso al rapporto con le immagini che ho scattato, sia quelle che sono state selezionate che quelle lasciate da parte, e a come ognuna di esse mi aiuti a capire il luogo in cui mi trovo. Le tonalità rosa e blu di una strada del Kent e i toni sbiaditi color pesca di un parrucchiere di Brighton dicono molto di chi eravamo e di come vivevamo la vita un tempo, ma anche di dove siamo ora e di dove siamo diretti. Le insegne fatte a mano a Great Yarmouth mi hanno spinto a catturare questa immagine: insegne come queste sono rappresentazioni di un tempo, di un luogo e di tutto ciò che c’è in mezzo, e ricordano che questi luoghi un tempo erano fiorenti. Ci passiamo spesso davanti, a volte quotidianamente, e non prestiamo loro molta attenzione, se non quando la loro fatiscenza si contrappone al nuovo.
Per me, queste reliquie sono la cronaca del mio modo di intendere il luogo: sono diventate una sorta di tabella di marcia per capire chi sono, dove mi trovo e cosa significa ciò che mi circonda. Valuto continuamente i cambiamenti, aggiorno le mie conoscenze per rafforzare il mio senso di appartenenza. Il paesaggio urbano è nato interamente dalla nostra creazione e ci dice molto: pianifichiamo e costruiamo, raccogliamo e distruggiamo e ripetiamo il processo al nostro passaggio. È facile dimenticare che molte di queste cose portano ancora l’influenza del passato, raccontandoci molto di noi stessi mentre siamo bloccati nel tempo, sopravvivendo, lottando e a volte semplicemente esistendo. “