Questo libro di Albarrán Cabrera “The World’s First Photobook Was Blue” non è solo un libro destinato a mostrare il lavoro degli artisti, ma anche un libro destinato a spiegare il loro approccio artistico. Un libro senza un vero inizio né una fine…
Il titolo è un cenno ad Anna Atkins, la spirale che lega un cenno a Brassaï e il libro stesso un omaggio al mezzo apparentemente semplice ma veramente complesso che è la fotografia.
“La fotografia non è la cosa. È la cosa che ci porta alla cosa. Atkins usava la fotografia per illustrare la natura e la sua struttura. Allo stesso modo, usiamo la fotografia per illustrare la realtà e la sua struttura. La possibilità di avere uno strumento per indagare la realtà è ciò che per primo ci ha avvicinato alla fotografia. Abbiamo scoperto che utilizzando questo mezzo possiamo coltivare il nostro interesse e avere una migliore comprensione non solo della realtà percepita, ma anche della “struttura della realtà”, del “perché delle cose”. La fotografia è per noi lo strumento filosofico perfetto per conoscere meglio l’universo come concezione logica e architettonica: il riconoscimento di un ordine tra i singoli pezzi in cui ogni pezzo è illuminato anche dalla disposizione dell’insieme”.