As it is. Così com’è. Niente di più. RInko Kawauchi si impone di non fingere nulla in questa sequenza, che la riporta ai suoi temi iniziali: la famiglia, l’ambiente che la circonda.
L’unico desiderio è quello di raccontarci la vita così com’è. Di dire la verità.
Il corso di un fiume e i cambiamenti di luce attraverso le stagioni accompagnano la nascita di sua figlia, i suoi primi passi, il suo ingresso nel mondo.
È un mondo apparentemente semplice, quello della fotografa, fatto di piccoli dettagli luminosi: insetti, una ciotola di riso, la testolina della figlia appena nata, una piccola mano che indica una ragnatela.
Lo stile di vita promulgato dallo scintoismo, la religione etnica del popolo giapponese, si fa strada, ancora una volta, attraverso le pagine dell’ultimo libro di Kawauchi, predicando che nessun soggetto è troppo piccolo o banale per essere preso in considerazione. Tutto ha senso solo per il fatto di essere così com’è, è poi responsabilità dello spettatore chiedersi cosa sta succedendo o cosa succederà.
I testi inclusi sono solo in giapponese, una scelta complessa, quasi esclusiva. Come se Kawauchi non avesse voce se non nella sua lingua madre, e qualsiasi traduzione non sarebbe in grado di sostenere la profondità del suo flusso di pensieri.
