Erik Johnson fotografa i paesaggi trascurati che esistono lungo i margini sfilacciati dell’ambiente contemporaneo. Rincorre i confini tra il territorio pubblico e il privato, dove il quadro stabile dell’ordine urbano comincia a sgretolarsi: le sue immagini ritraggono perfettamente i drammi che si dispiegano silenziosamente in questi luoghi e la loro bellezza inquieta.
C’è sempre la possibilità che qualche mistero sia accaduto o stia per accadere e questa possibilità rimane sempre in equilibrio con una strana e rilassata bellezza.
Johnson mappa i confini dei quartieri edenici di nuova creazione, che nascondono le macerie di vita precedente. La natura qui non è solo alberi giganti e fiumi cristallini, ma passa attraverso le crepe dei marciapiedi e del cemento, rendendo visibile una sorta di libertà che, anche se nascosta, rimane pulsante.