“China Dream” è il titolo di un calendario patriottico scovato da Eng in un’edicola, ma anche un termine popolare coniato dal Segretario Generale Xi Jinping nel 2013. Allude all’American Dream che tutti conosciamo, secondo cui il duro lavoro e lo spirito imprenditoriale eleveranno i singoli individui e porteranno la nazione alla più grande prosperità.
La prima volta che la fotografa canadese mette piede in Cina, paese natale dei suoi genitori, nel 2013, subisce uno shock culturale al contrario: “Sembro cinese, ma non lo sono”. E’ questo pensiero, doloroso ma liberatorio al contempo, che dà inizio al progetto, durato cinque anni, di Eng.
La fotografa esplora la Cina, la frammentazione dell’identità e la diaspora. Racconta un paese nel quale non ha mai vissuto, anche lei vittima o fruitrice dell’esodo di seconda generazione che ha portato i suoi genitori a scappare dalla loro terra madre. Ogni passo in questa nazione delle sue origini le offre uno sguardo su un paese costantemente nel processo di costruzione del suo futuro mentre reinterpreta il suo passato, creando un tipo culturale totalmente nuovo.
Le immagini, liriche e spesso astratte, ricompongono lo scorrere di questo tempo, trovando un equilibrio tra ciò che è nuovo, in costruzione, e ciò che è passato ma comunque, in quanto meticolosamente tramandato, rimane tangibile e presente.
