Raccontando la storia di una singola donna, la sua amata tata, Kurt Tong traccia la dinastia del più antico movimento femminista cinese.
“Combing up”, cioè “Pettinarsi”, per le donne della Dinastia Qui significava ottenere la libertà: libertà dagli obblighi nei confronti dei genitori, dal matrimonio, dal dover essere economicamente mantenute.
Il giovane autore, con questa sua lettera di ringraziamento verso la tata, traccia anche una storia della Cina intera, rendendo significante il fatto che ancora nel ventesimo secolo ci fossero donne per cui era necessaria la cerimonia di “pettinatura” per ottenere un certo grado di indipendenza personale.
“Combing for Ice and Jade” si apre con otto fotografie di archivio della tata di Tong, le uniche che lei possedeva. Da qui il fotografo parte in un’esplorazione della sua affascinante vita, recuperando immagini dall’archivio familiare, da riviste, da volantini usati per la propaganda e scattandone di nuove.
Nonostante questo libro si comporti come un album di famiglia, è un oggetto sconcertante che ci pone delle domande mentre lo guardiamo. È un album che si basa sia sull’assenza che sulla presenza, a partire da una fotografia sfocata e incorniciata da una raccolta limitata di immagini recuperate da album di altri. C’è di più: questa quieta storia della vita di una donna si svolge sullo sfondo di una storia collettiva, i suoi ricordi personali sono stati intercettati da centinaia di altre donne, volti anonimi che guardano su dalle pagine delle riviste.