Dry Hole è una selezione eclettica di immagini estratte da una collezione di cartoline fotografiche prestampate sul retro, che permettevano di stampare sul fronte direttamente da un negativo. All’inizio del secolo scorso si è assistito a un’esplosione di popolarità di questo genere di cartoline, specialmente negli Stati Uniti, dove venivano utilizzate come un modo economico ed efficiente, alla portata di tutti, di comunicare.
Sebbene molte siano state prodotte in serie e utilizzate a fini commerciali, una parte di esse è stata realizzata da dilettanti e rappresenta un documento storico unico, documentazione involontaria ed inestimabile della vita nelle cittadine dell’America rurale attraverso gli occhi dei loro abitanti.
David Thomson enfatizza i dettagli racchiusi nelle cartoline ritagliando aree specifiche: una sottile sfumatura di luce, lo sguardo di un estraneo, un tornado imminente, andando a intrecciare una sequenza tanto organica quanto istintiva dove il banale e lo straordinario si alternano in egual misura in un mondo di miseria e speranza, fango e mistero.