Falling – Gabby Laurent

E’ proprio un peccato: in amore da noi non si cade. Cadiamo dalle nuvole e dal letto, in disgrazia, in miseria. Nella migliore delle ipotesi cadiamo in piedi. In inglese, invece, cadendo si esplorano territori decisamente più vasti e affascinanti: si va a pezzi ma ci si può anche innamorare.
Si resta anche incinte, come Gabby Laurent nelle ultime due pagine, dove nuda, con il pancione, scatta ai blocchi di partenza di una corsa che porta fuori dal libro capovolgendo il finale, che diventa il punto di partenza di una corsa…

Il titolo è scontato: Falling. E’ un libro semplice, leggero, poco più grande di un tascabile, la copertina è morbida e poco appariscente. Presenta tutte immagini dell’autrice che cade, continuamente e in innumerevoli modi. Un lavoro tra la performance e la fotografia, in cui un’azione, nel ripetersi, sembra indagare quali e quante sono le cose possono cambiare, a cominciare dall’effetto su chi guarda: è divertente o tragico?

Laurent indaga i molti modi in cui si può perdere il controllo e abbracciare il destino, rischiando di farsi male. Ma se può continuare a cadere, è evidente che tra una pagina e l’altra si rialza sempre. Il libro diventa così una dichiarazione di intenti, quasi una sfida: voi mi fate cadere, ma io mi rialzo. Anzi, non solo: di quel finire a terra me faccio una sorta di esercizio di stile, una danza. Se dobbiamo cadere, impariamo almeno a farlo bene.