“L’80% degli artisti si trova a gestire problemi dovuti al rapporto con la propria madre”: in questa personale intervista, l’artista tedesco Hans-Peter Feldmann, elogiato a livello internazionale, riflette sul potere magnetico delle donne e condivide il suo modo di utilizzare l’arte sia come fuga che come terapia. Feldmann, però, non considerava l’essere un artista come il suo lavoro, perché considerarlo come tale avrebbe soffocato il suo entusiasmo. L’arte, ritiene, è stata screditata dalla logica capitalista che ha investito il mondo dell’arte e che trova espressione nelle case d’asta, luoghi dove la transazione avviene tra investitori e collezionisti – non artisti. Ma l’arte semplicemente non dovrebbe essere messa su un piedistallo: “L’arte è una parte ordinaria della vita come lo sport, il cibo e il sonno.” Le immagini di donne attirano Feldmann: “È sempre sulle donne, sulle madri, sulle immagini delle donne.” Ad esempio, egli sottolinea come i bagni pubblici per gli uomini siano simili alle antiche grotte con i loro numerosi disegni di vulva femminili alle pareti. La modalità ripetitiva di raccogliere immagini è terapeutica per Feldmann, rendendo il tutto più chiaro e tangibile. Molti artisti usano la loro arte come una forma di terapia, “come un volo verso un altro mondo che qualcuno dal vecchio mondo non può accedere.” “… le immagini mi hanno aperto un mondo che era molto, molto bello.”