From static oblivion intende approfondire, a partire dalla ricca produzione dell’artista contemporaneo rumeno Ion Grigorescu, la riflessione sullo statuto dell’immagine in quanto equilibrio di forze in tensione, forma di ciò che è in continuo movimento e operazione paradossale di cancellazione del corpo attraverso la sua stessa rappresentazione…
Nel lavoro di Grigorescu, come nel libro, il corpo è esibito continuamente sotto diverse forme – dalla fotografia al film, dalla performance al disegno – eppure assente, sospeso. Nell’impossibilità di performare e mostrare la propria attività artistica durante il regime, il corpo di Grigorescu finisce per nascondersi, scomparire nell’immagine…
I vari materiali del libro sono spesso estrapolati da complessi figurativi più ampi, che possono dare un’impressione continua di déjà-vu e costringono in qualche modo il lettore ad arrestarsi, a tornare indietro eventualmente e a muoversi così all’interno del volume, coinvolgendolo in una lettura altrettanto performativa…
…si richiede una partecipazione attiva del lettore che può così fare “accadere” il libro ogni volta come fosse un evento o la 25esima immagine di un film, l’immagine fantasma o inesistente che si produce per arresto (o avaria appunto) della pellicola e che il volume, nella sua forma, cerca di rendere visibile.
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