I do not want to disappear silently into the night – Katrien De Blauwer

La fragilità delle fotografie d’epoca e delle vecchie carte utilizzate da Katrien De Blauwer rimandano immediatamente all’invisibilità e all’impalpabilità del nostro mondo interiore: i nostri pensieri, le nostre paure, i nostri sentimenti, le ossessioni, l’inconscio e i desideri. La loro obliterazione è una minaccia costante, eppure sempre resistono, inesorabile traccia di un continuo vacillare della mente.

In “I do not want to disappear..” il punto di vista si duplica, creando una crasi netta tra movimento e improvvisa immobilità, fino a diventare, nei collages della seconda parte, meno rumorosi e più statici, quasi una trasfigurazione della realtà in sogno.

De Blauwer non scrive, ma compila quaderni formati da frasi e titoli ritagliati da giornali e riviste, appropriandosi anche in questo caso di un vocabolario altrui per esprimere in modo “neutrale” la propria storia. Questi testi, spigolosi e difficili, sembrano rimandare a tutto ciò che è stato in qualche modo escluso e funzionano nel libro come un voice over che racconta la storia che i collage “solamente” suggeriscono. Anche i testi hanno le qualità di un frammento, di un taglio, di un dialogo a due voci che sono ad un tempo stesso il lato corrispondente ed inverso l’uno dell’altro, dove la realtà e l’immaginazione non possono più essere distinti.

Procedendo nello sfogliare questo stupendo libro, l’atmosfera si fa più armoniosa, effimera, sospesa. I collage non sono più separati e in opposizione, ma diventano quasi speculari, fatti dello stesso materiale che si ripete con leggere variazioni e interferenze, generando da un lato un dubbio di visione e, di conseguenza, un’indecisione tra vero e falso, ricordandoci inevitabilmente che cosa c’è in gioco in questo libro: la ferità interna, il vuoto nascosto, il senso di perdita che si esprime nel potere del taglio e in quello della rottura.