“Era estate e come molti bambini passavo le mie giornate in un centro estivo. Una sera tornai a casa molto eccitata e dopo aver cenato da mia nonna salii al piano di sopra dove abitavamo io e mia madre con l’intenzione di andare a dormire. Appena entrai vidi mia madre e un uomo seduti sul divano a guardare la televisione. Mia madre mi chiese come fosse andata la giornata ed io non mi trattenni a mostrare a entrambi ciò che avevo appreso. Cominciai a ballare e cantare di fronte alla televisione per circa 10 minuti, finché l’uomo non interruppe la mia performance dicendo “Si è fatto tardi, meglio che vada.”, seguito da uno sguardo fulminante da parte di mia madre. Una volta salutato l’uomo mia madre tornò in casa e mi disse “Possibile che devi farli scappare tutti?”.
I Made Them Run Away è una storia complessa, che intreccia fotografie dell’autrice, immagini di archivio e testi della madre. Accoglie ricordi del passato e sentimenti presenti per riflettere sulle dinamiche delle relazioni – il bisogno di attenzione, le aspettative che provocano disillusione, insicurezza e giudizio. Spostandosi tra i diversi punti di vista, Zanin descrive il complicato rapporto tra lei, sua madre e l’’uomo’, quasi sempre rappresentato come assenza.
Fantasticando su una relazione che però non riusciva mai a conservare, la madre ha affidato pensieri e desideri a un diario dal significativo titolo ‘Letters to a Man I Have Never Had’. La scrittura poetica e malinconica è in evidente contrasto con le immagini strappate per cancellare l’ex di turno, nel tentativo di preservare sé stessa e la figlia. Le fotografie diventano così oggetti carichi di rabbia e solitudine.
Le altre immagini presenti nel libro sono ricostruzioni interiori, manifestazioni presenti di sentimenti passati.
I Made Them Run Away è un dialogo tra madre e figlia, tra il tempo che scorre, la compassione e la rabbia.