In riva al Tanaro l’occhio di Fossati ha raggiunto uno straordinario equilibrio tra attività e passività. Il nitore di queste fotografie è certamente dovuto al controllo delle linee e dei profili, alla loro esecuzione. Ma è proprio dalla cura delle linee e dei profili, dei bordi che separano o confondono i piani e costituiscono per così dire il disegno intrinseco della fotografia – riecco la matita della natura – che emerge e ci viene incontro propagandosi come l’onda attorno al sasso lanciato in un fiume (o al “fiume lanciato in un sasso”) una visione più ampia e stratificata del paesaggio terrestre. (Matteo Terzaghi)