John Alinder, figlio di un contadino, nacque nel 1878 nel villaggio di Sävasta, nella Svezia centro-orientale. Alinder rimase nel villaggio per tutta la vita e scelse di non rilevare la fattoria dei suoi genitori diventando un fotografo autodidatta e tuttofare. Dagli anni ’10 agli anni ’30 ritrae la gente del posto, il paesaggio che li circonda e il loro modo di vivere. Fotografava spesso nelle case e nei giardini, usando la tecnologia dell’epoca, lastre di vetro.
La collezione Alinder è stata “scoperta” negli anni ’80 quando un curatore ha trovato oltre 8.000 lastre di vetro accatastate nel seminterrato di una biblioteca. Bambini posti su sedie, persone appollaiate sugli alberi, braccianti, cresime e vecchiette; spesso raffigurato su uno sfondo di fogliame e vegetazione tentacolare penetrata dalla luce solare. La ritrattistica di Alinder permette la magia del caso, liberando e definendo i soggetti. Spesso guardano direttamente nella telecamera. Come se potessero vederci. Come se il loro sguardo potesse viaggiare per i cento anni che si trovano tra il loro tempo e il nostro. Come se stessero dicendo: “Tu sei vivo ora, ma una volta eravamo vivi”.
Questo libro mostra per la prima volta i ritratti di Alinder