Christina de Middel e Kalev Ericsson, avventurieri del fermo immagine, intraprendono un’esplorazione della giungla partendo da un passato disciolto nell’emulsione di una scatoletta di Polaroid ritrovate in un mercatino.
Le immagini anonime, scolorite dal tempo, della giungla che circonda Tulum, in Messico, servono da pretesto per esplorare le nozioni di ricostruzione e reinterpretazione. Gli autori inseriscono le Polaroid in un gioco visivo da loro creato e ne fanno tasselli di una struttura narrativa plausibile, di una storia. L’immagine d’archivio diventa, in questo modo, il potenziale punto di partenza di una narrazione e non un mero fine, statico e concluso in se stesso.