In questo libro Ron Jude torna al deserto della California, quello della sua infanzia, come un detective alla ricerca di indizi per ricostruire la propria identità. Cerca di conciliare i capricci della memoria e di dare un senso narrativo al suo discorso fotografico.
Utilizzando dunque un lago deserto alla stregua di una quinta teatrale, Jude si muove attraverso il paesaggio arido della sua giovinezza, prendendo nota di tutto: il suo fotografare, insieme alla sua raccolta di dati diventa una sorta di crittografia, un’archeologia poetica che, piuttosto che tentare di arrivare a qualcosa di conclusivo, va alla ricerca di modelli che possano esternare i ritmi del mondo visibile. Sono le armonie che secondo l’autore permettono di scoprire effettivamente la potenza di un luogo.