Lexicon raccoglie la serie, che porta lo stesso titolo, selezionata da Massimiliano Gioni per essere parte dell’Encyclopedic Palace alla 55esima Biennale, nel 2013. Le immagini, alcune iconiche, altre più recenti, lavorano insieme per ripercorrere i temi più trattati all’interno della produzione di Sassen: la morte, la sepoltura, la paura di rimanere soli, il desiderio di una connessione emotiva.
Come dice il titolo, questa pubblicazione potrebbe funzionare come “lessico” della produzione di Viviane, sondando l’insieme degli elementi che lei sceglie di esplorare nel suo lavoro e che, combinati diversamente all’interno dei suoi più importanti progetti, come Flamboya (2008) e Parasomnia (2011), danno forma a diversi livelli di significato.
Nonostante le fotografie dell’autrice rimandino immediatamente ad un’estetica appartenente al mondo della moda, esiste una sensibilità profondissima dietro i colori vividi e le pose quasi plastiche. L’autrice, camminando magistralmente sulla linea che divide la fotografia commerciale da quella documentaria, non ritrae persone, ritrae archetipi: la figura senza volto, la figura sul pavimento, il combinarsi di due figure che diventano una. Il suo still life, spesso surreale, rovescia completamente la nostra percezione della natura, degli oggetti e delle situazioni quotidiane.
Viviane Sassen non descrive né spiega, suggerisce soltanto, nel tentativo di portare lo spettatore ad un’esperienza nuova e alternativa della realtà