Il folle volo (Dante, Inferno, XXVI, 125), l’alto volo (Dante, Paradiso XV, 54 e XXV, 50).
“Signore e signori. buona sera. Brevi comunicazioni sul volo dalla cabina di pilotaggio…”
Boltanski, in questo libro dalla funzione di catalogo per il Museo per la memoria di Ustica, riporta le parole che i passeggeri del tragico viaggio devono aver sentito, chi con più attenzione, chi chiacchierando con il vicino, esattamente come facciamo tutti noi quando ci troviamo su un volo di linea.
Alle 20.59 del 27 giugno1980, sopra il braccio di mare che separa le isole italiane di Ponza e di Ustica, 81 persone sono morte sul volo IH870, che si è improvvisamente destrutturato ed è precipitato nel Tirreno. A decenni dalla strage, le dinamiche dell’incidente non sono chiarite in maniera compiuta.
Boltanski, per raccontarci questo avvenimento, che ancora oggi macchia la storia italiana, fa degli elenchi, sua cifra artistica, di tutti gli oggetti ritrovati. Questo lavoro di catalogazione registra un passaggio che non è solo di quantità – nell’esposizione gli oggetti sono collezionati ma lasciati coperti da teli neri, lontani da sguardi indiscreti – ma soprattutto di qualità: come si mantiene la memoria non di biografie illustri, bensì di vite perlopiù anonime?
Dopo il trauma collettivo di due conflitti mondiali e dello strabismo che ha afflitto l’Italia negli anni ’70 e nel contesto di una civiltà del consumo di massa, dove le singole esistenze si assomigliano tutte nell’omologazione sfrenata, l’accumulo, la serialità e l’elenco degli oggetti e delle immagini si trasformano da contenitore inerte a potentissimo mezzo espressivo.