TBW Books, 2020
Copertina rigida, 29 x 33,5 cm
136 pagine, 66 fotografie in bianco e nero
Lingua: inglese e spagnolo
Disponibile (ordinabile)
“Il tratto tra Tijuana e San Diego è lungo. Molto lungo. Ed è tanto infido quanto bello. E’ improbabile che chiunque l’abbia mai attraversato possa dimenticarlo facilmente. Il suo paesaggio desertico è destinato a scolpirsi in ugual misura sul corpo e sull’anima.”
José Ángel Navejas
Le crudeli fotografie di Ken Light, accompagnate dagli scritti penetranti di Navejas, ci accompagnano in un cammino lungo il confine tra California e Messico, confine che ha fatto parecchi più morti del Muro di Berlino in trent’anni.
Light, viaggiando con gli agenti di polizia di frontiera degli Stati Uniti, quando nel cuore della notte setacciano la Otay Mesa alla ricerca di migranti illegali, ci dona fotografie che colgono gli “stranieri” nel momento di massima vulnerabilità, quando cioè vengono scoperti e catturati in questo crudele nascondino.
In quest’era di feticismo dei confini, oscurata dall’ombra dei muri in costruzione c’è una domanda urgente a cui va data risposta: che cosa si vede se guardiamo una frontiera dall’altra parte?
La combinazione tra le fotografie di Light e le parole di Navejas, che, essendo un migrante, sa esattamente che cosa significhi stare dalla parte sbagliata del muro, ci mostrano l’esperienza fisica della frontiera, che esiste per essere costantemente percepita e di, più, per causare sofferenza e ferire i corpi.
Per i viaggiatori indesiderati, il confine sa di umiliazione e vergogna. La frontiera segnala che chi sta dall’altra parte è diverso, indesiderato, pericoloso, contaminante, persino non umano.
Ma non è solo il confine in sé a costruire nuove soggettività: anche violarlo le genera.
Informazioni aggiuntive
Peso | 1 kg |
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Isbn |