In Frog Leaping, Mieczysław (“Mitch”) Alland collega le sue foto all’idea di haiku. Come nel caso delle sue immagini, l’haiku pone la questione della concentrazione e del vuoto, che rende superfluo il senso del tempo. In una certa misura, affronta anche ciò che non viene detto, spingendo il lettore a dare la propria interpretazione. Come dovrebbe essere, tutto è connesso. Il tempo e il luogo si piegano in un unico fotogramma. Ancora e ancora e ancora. I continenti si fondono l’uno nell’altro. Leoni e ballerini, venditori e pescivendoli, Buddha e modelli, sono tutti “qui”, sono tutti “adesso”.
Mitch Alland ha questo grande senso dell’intuizione, che lui stesso sembra poter sfruttare solo attraverso un’analisi rigorosa. Non ci riesce. Ovviamente non ci è riuscito. Mitch ha identificato 42 leitmotiv nella sequenza composta da Frog Leaping, e anche se probabilmente avrebbe potuto trovarne di più, ancora non riassumono la ricchezza del suo lavoro. Tutto è sovrapposto, tutto è legato. Frog Leaping tenta di sfidare la narrazione lineare così fortemente associata ai libri e alle serie fotografiche in generale. Apparentemente caotica, questa “somma” attira lo spettatore, lo strega, lo spinge a staccare gli strati sottilissimi di significato, in modo che possano finalmente trovare il cuore di ciò che ci spinge tutti: essere vivi, che non è niente.
Edizione di 500 copie numerate e firmate dall’autore