“Luca, le persone non sanno quello che sono io, e non vogliono saperlo… Si fermano sulla soglia e stanno lì, fissando… Fissando la superficie.” – Tira
E’ una storia d’amore quella che ci racconta Luca Desienna in questo libro. E’ la storia di un amore che riesce a guardare al di là della sofferenza e della malattia.
Tira, persona transessuale che ha contratto l’HIV, e Dayang, disoccupato e senza famiglia. Non c’è spazio per il colore in questo racconto, e il bianco e nero scelto da Desienna è tutt’altro che rassicurante, a tratti addirittura violento. Eppure, in mezzo a queste due vite disastrate si intravede un briciolo di speranza, che nella grafica del libro assume le forme del colore rosa. E’ il rosa della femminilità, delle carezze, delle camerette, che scandisce il ritmo della narrazione e ci concede attimi di respiro. E’ il rosa delle donne che Tira desidera essere e che coraggiosamente impara a diventare anche grazie alla vicinanza di Dayang.
Luca si fa spazio nella vita più intima di questa coppia scombinata, rendendoci un ritratto autentico di due esseri umani coraggiosi e vulnerabili.
My Dearest Javanese Concubine è un libro sincero, che riesce a trovare la dolcezza anche nella brutalità delle forme che a volte assume la vita.