A partire da ipotesi espresse da Pier Paolo Pasolini negli scritti inediti (’68 – 73’) qui pubblicati, i curatori Michele Mancini e Giuseppe Perella hanno lavorato al reperimento, all’archiviazione e all’analisi di 1734 riproduzioni di fotogrammi dei suoi film. Per Pasolini il cinema era l’arte di scoprire, anzi riscoprire, il sacro dei corpi e i luoghi, il loro contenuto mitico, perduto nel deserto della modernità. Quest’opera sviluppa un archivio fotografico, traccia mappe antologiche di corpi e luoghi che si sono dati su tre continenti ( Europa, Africa, Asia ) stabilisce percorsi e interdipendenze tra Roma, il Sud d’Italia, il Terzo Mondo e i luoghi privilegiati dallo sviluppo neocapitalistico. Un archiviazione di set cinematografici che interessa culture periferiche destinate a scomparire, differenze sociali e di classe, particolarità etniche, forme economiche, colte nel loro darsi allo snaturamento e all’alienazione culturale.
Nello sfogliare questo volume, il lettore può vivere quei mutamenti che si iscrivono – su scala mondiale – nel corpo, “nel corpo in cui si vive la vita e la storia’’, come diceva Pasolini.