Un diario scritto in terza persona, che traccia il “corso inesorabile dal vuoto verso il vuoto” del lavoro artistico di Antoine d’Agata. Un esperimento letterario e fotografico in cui la scrittura, ora descrittiva, ora poetica, s’intreccia all’immagine in una continuità narrativa. Un esempio di forma (r)esistenziale del fotografo che, attraverso un’intima partecipazione alla propria materia e una totale sovrapposizione di arte e vita, si dirige invece verso la propria scomparsa, l’annullamento del soggetto nella neutralità dell’immagine.