Residenza raffinata e mondana della corte estiva di Umberto e Margherita, la Villa fu, per volontà di un gruppo di educatori e politici di militanza socialista, trasformata dal 1922 in una sorta di Palazzo delle arti. La ripresa dell’attività espositiva dei Musei Civici nel Serrone dal 1987 non è riuscita a compensare l’assenza ormai quasi ventennale di una sede permanente per le collezioni, eterogenee e discontinue, ma in ogni caso assai significative per la storia e la memoria cittadina. Il restauro e la limitata apertura al pubblico dell’appartamento di Umberto I sono stati gli unici avvenimenti positivi, dal punto di vista della conservazione e della fruizione del complesso, dell’ultimo decennio. Sono state selezionate due fondamentali campagne fotografiche: quella “storica” dello studio Neri e Gaviraghi di Monza, dell’inizio degli anni sessanta e una realizzata da Piero Pozzi per impulso dell’Amministrazione Comunale nel 1995. Esaminando attentamente i quasi mille scatti, riordinandoli in una sequenza logica che corrispondesse ai criteri distributivi dell’edificio, confrontando le immagini con il monumento in ripetute analisi autoptiche, ci si è disegnata sotto gli occhi, in tutta la sua impietosa realtà, la situazione conservativa della Villa, “radiografata” in ogni suo aspetto.