Sono stati i simboli dell’utopia e oggi sono le rovine di una potenza che voleva conquistare il mondo, dal sottosuolo allo spazio. Per tre anni Danila Tkachenko (Mosca, 1989), giovanissimo e straordinario talento della fotografia russa, in linea con le istanze più internazionali e contemporanee, ha viaggiato il suo paese, dal Kazakistan alla Bulgaria, al Circolo Polare Artico, alla ricerca di quelle restricted areas, che dalla seconda guerra mondiale alla caduta dell’Urss, sono rimaste segrete, mute persino sulle carte geografiche. Un dato biografico avvia questo imponente lavoro di documentazione. La nonna di Danila vive a Čeljabinsk, a pochi chilometri da un’altra città, identica nel nome, ma chiusa ed invisibile fino al 1994: Čeljabinsk-40.