Il volume racconta storie di migranti e della loro vita nella terra d’adozione con potenti immagini frutto di otto anni di lavoro da parte di Enri Canaj, lui stesso profugo albanese fuggito in Grecia da piccolo.
Le fotografie, delicate e struggenti, evocano le difficoltà e le incertezze di un viaggio verso l’ignoto, viaggio in cui il fotografo rivive le vicende che lo hanno coinvolto da bambino: “Quando ti lasci alle spalle qualcosa, è come se improvvisamente ti venisse reciso il cordone ombelicale una seconda volta. Non c’è nemmeno il tempo per un addio; si deve partire e tenere il dolore per sé… questo libro è dedicato a tutti quei bambini che intraprendono un viaggio senza nemmeno saperlo.”
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