‘Il tempo non è un sostantivo ma un verbo che descrive la natura dinamica del presente’
John Divola è un artista californiano che pratica e insegna fotografia dagli anni settanta.
Premiato, esposto, pubblicato in tutto il mondo, è autore di volumi oggi introvabili. Tantopiù prezioso è questo nuovo libro disegnato e pubblicato dall’editore italiano Skinnerboox, che propone un attraversamento di alcune delle più importanti serie in bianco e nero. ‘Four Landscapes’ consiste originariamente in quattro gruppi di immagini realizzate a cavallo tra la fine degli anni ’80 e i primi anni ’90. Divise per soggetto e scattate con l’obiettivo di costruire una sorta di rappresentazione ‘impersonale’ del paesaggio, esprimono nel complesso il desiderio di evadere la dimensione antropizzata della natura.
In ‘As Far As I Could Get (10 seconds)’, l’autore imposta l’autoscatto su dieci secondi e si mette a correre più veloce possibile, scappando dalla macchina. Il contesto è sempre la California, gli anni sono quelli del 1996/97. ‘Dogs Chasing My Car In The Desert’ uscì per Nazraeli Press nel 2004. Il titolo è didascalico e le immagini realizzate dall’interno dell’auto usando una 35 millimetri caricata con una pellicola ad alta sensibilità.
Come scrive David Campany nel testo che accompagna il libro, Divola è ‘un osservatore solitario che si muove nel mondo e riflette su esso sfruttando le possibilità della macchina fotografica. Ma nessuno è veramente universale, o solo universale. Ognuno di noi è avvolto nei suoi particolari, così come ogni fotografia appartiene all’universo della fotografia proprio nella misura in cui è particolare. Sempre le due cose. Quando guardo le fotografie di Divola, percepisco qualcosa di universale perché percepisco tutti i particolari. Sì, un bianco, maschio, della classe media della California meridionale, un artista post-concettuale del tipo che fa questo tipo di fotografie. Ma nessuno scatta come Divola. È unico nel suo genere, e in questo risiede la sintesi tra l’universale e il particolare.’