“Un album di famiglia conserva solo fotografie accuratamente selezionate. Di un’intera vita, memorizza solo momenti selezionati con cura, privilegiando le occasioni speciali, mostrando solo momenti felici. Tende a sottolineare i legami sociali di un gruppo, a evidenziare una vita condivisa. Nessuna di queste cifre in “She”: al posto di una cronologia, il tempo si ferma, non c’è foto di gruppo o voglia di mettere in scena un destino collettivo, solo modelli isolati e individui che sembrano non comunicare tra loro, non momenti felici o luoghi pittoreschi, solo momenti indifferenti in luoghi ordinari. Le modelle posano, ma con discrezione, spesso senza guardare nell’obiettivo. E anche quando vediamo i loro volti, sembra che non li vediamo davvero. Quando chiudiamo il libro e ci riflettiamo un po’, non possiamo ma vedi She come l’album anti-famiglia per eccellenza”.
Quentin Bajac, curatore capo della fotografia al Museum of Modern Art