Un omaggio a Benjamin, cantante, poeta, simbolo e protagonista della scena underground, e a Cabbageton, quartiere povero di Atlanta. Pensato come un album di ritagli, combina fotografie di Ackerman, pagine di appunti di Benjamin e documenti d’archivio, testi di Jem Cohen (che a Benjamin dedicò un bellissimo documentario) e Patti Smith – che gli era legata. Un libro molto speciale che riesce a rivelare l’infinita grazia, l’urgenza, la delicatezza e la frenesia di un uomo e di una scena musicale e culturale che non vogliamo dimenticare.
Ricordo la mia prima volta a casa di Benjamin, la mia prima volta ad Atlanta. Era notte fonda, dopo un concerto degli Smoke. Lui era in camera con alcuni amici, parlava, rideva, fumava. Lo conoscevo appena. Ancora non capisco perché mi avesse invitato. Era brillante, carismatico, divertente e tenero. Mi sono seduto in un angolo, stupito e intimidito, e sono rimasto in silenzio. Forse ho scattato qualche foto, forse no. Verso le 4 del mattino mi sono addormentato sul pavimento in un’altra stanza. Qualche ora dopo, mi svegliai, guardai nella sua stanza e lo vidi addormentato, anche lui sul pavimento davanti al suo letto. Oggi, 27 anni dopo, cerco di ricordare cosa ho provato nel vederlo lì, così fragile. Scattai una foto in quel momento, lo presi in braccio e lo portai nel suo letto, poi uscii alla luce del giorno per scoprire Cabbagetown.
-Michael Ackerman
