Un “pezzo facile”, con una bella storia alle spalle. “Somerset House 1971” è un flipbook, un oggetto a metà tra il libro d’artista e il cineografo. Rappresenta, nel suo piccolo (nel vero senso del termine), la vera essenza di Gilbert&George che fecero della poliedricità d’espressione la loro caratteristica principale. Il duo aveva come obbiettivo quello di produrre un’arte democratica e comunicativa, chiara e leggibile, forte dei più differenti linguaggi. Questo libro racconta di un loro incontro. Non so se la scelta sia voluta, ma posso dirvi che la loro vita cambiò per via del loro ritrovo, avvenuto in una scuola d’arte di Londra. Fu qui che, senza farci troppo caso, cominciarono a collaborare, fino al congiungimento finale: l’abbandono di due singoli artisti a favore dell’adozione di uno solo. <<Yes, we are two people, but one artist.>> Vissero un vero e proprio completamento e, quindi sì, mi piace pensare che l’incontro di Somerset House non sia stato pubblicato per puro caso.
Anticonformisti, dandy senza tempo e un po’ sfacciati, G&G, dal loro connubio, trasformarono la loro vita in un’opera d’arte, facendo della reciproca attrazione la loro fortuna, e non si separarono più.