Un’indagine fotografica oscura e minacciosa sul lato meno glamour della prostituzione e sulle persone e sui corpi che occupano questo mondo. Nel suo testo di accompagnamento Philippe Azoury cattura in modo succinto l’atmosfera che si trova in queste immagini; «Nell’oscura oscurità in cui carne, parole e pensiero scompaiono in una pozza di putrefazione, deviazione ed eccesso sembrano aver concesso loro una speciale consapevolezza di ciò che significa esistere. Le loro grida senza voce esprimono l’insopportabile sensazione che la loro stessa esistenza sia andata troppo oltre. La nuda crudeltà della condizione umana fissata sulla fotografia…».