Questa collezione evoca un paesaggio urbano misterioso e frammentato di due luoghi – Londra e Atene – entrambi che l’artista Effie Paleologou è arrivata a considerare come quasi casa. Lavorando di notte, quando le identità diventano sfocate e indeterminate, Paleologou evoca una terza messa in scena fittizia a cui è diventata ancora più attaccata. Le sue immagini sono infuse di un senso del familiare, ma sono ugualmente in debito con gli stati di incertezza e vulnerabilità che sorgono nelle realtà alternative. Spogliata di abitanti questa città ibrida appare silenziosa ma stranamente risonante. Paleologou offre una mappatura moderna degli spazi transitori e liminali. È attratta da stazioni ferroviarie, hotel, parcheggi, porti marittimi e aeroporti, siti in cui incontri, partenze, sparizioni e finali si svolgono perennemente. Le ombre e la luce artificiale proiettate attraverso le geometrie urbane rivelano scene fantasmagoriche e stati d’animo inquietanti. Se questa è casa, c’è anche un teatro irrequieto in gioco. L’alienazione e l’appartenenza vanno insieme qui.
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