La storia di Fresia è una storia di costante ricerca e aspirazione all’inafferrabile. L’arte si presenta come necessaria sin dall’infanzia, quando, in campagna, passa ore e ore a disegnare in solitudine. Il talento precoce gli permette di partecipare già da bambino ad alcune mostre: gli pare subito il miglior modo per “creare una connessione con gli altri”, spiega.
Fresia, nel 1998, progetta questa mostra e il catalogo che la accompagna – dipinti e oggetti, immediatezza del gesto espressivo e piano meditato di allestimento – come occasione in cui isolare e porre a confronto i luoghi del tempo, le manifestazioni della luce nell’ombra, gli allineamenti di limiti e orizzonti.
C’è una parentela apertamente evocata con la fotografia nei dipinti dell’artista (sicuramente aiutato anche dall’utilizzo del bianco e nero). Le inquadrature sono bruscamente tagliate e si innestano così in un immaginario urbano in bilico tra il reportage e una visionareità quotidiana.