The innocents nasce dal progetto di due avvocati per i diritti civili che hanno incaricato Taryn Simon di viaggiare attraverso gli Stati Uniti per fotografare e intervistare persone condannate per crimini efferati, per cui erano in realtà innocenti.
Simon cerca così di dare alla fotografia un ruolo di giudice e testimone davanti alla giustizia. È importante il tema dell’identificazione errata, di come la memoria visiva può ingannare la mente e portare l’uomo a credere a qualcosa che in realtà non è mai accaduto.
Attraverso la visione di polaroid, schizzi, foto segnaletiche e altro si è costruita una memoria inesistente basata sulla finzione. Taryn Simon decide di portare i personaggi sulla scena del crimine, che in realtà è un luogo fittizio e a loro sconosciuto, per realizzare così dei ritratti ambientati nei luoghi che segnano il momento esatto in cui le loro vite sono cambiate per sempre. Immortala questi ambienti così importanti e allo stesso tempo sconosciuti, questi spazi estranei diventano, nella narrazione dell’autrice, il punto di svolta delle loro vite.