Ispirato al celebra disegnatore, vignettista e autore di libri per bambini William Steig e al suo grande classico del 1942, The Lonely Ones (in cui i disegni sono associati a brevissimi testi), il fotografo Gus Powell ha realizzato i propri ‘lonely ones’ (letteralmente: ‘persone sole’): evocative immagini a colori di interni e paesaggi popolati da persone, animali ed esseri inanimati.
Gli stati emotivi e psicologici descritti da Steig (influenzati a loro volta dalle letture di Freud e Reich) hanno ispirato le immagini aperte di Gus Powell: farfalle che hanno perso la strada, una giovane donna vicino a un cavallo, bottiglie vuote e uomini distratti sono accostati, in un perfetto equilibrio, a frasi scritte dallo stesso Powell, del tipo: ‘Da che parte per il convegno?’ ‘Non roviniamo tutto parlando’ ‘Sono stati fatti degli sbagli’ ‘Questo potrebbe far male’.
Nel muoversi con estrema grazia tra bellezza, umorismo e pathos, queste immagini e i loro brevi testi creano un’intensa esperienza visiva ed emotiva.
Lo stesso processo è stato applicato alla promozione di The Lonely Ones, per cui Gus Powell ha forse inventato un nuovo genere cinematografico: “il trailer del libro fotografico”.
«La promozione del libro è diventata parte della mia pratica tanto quanto la sua realizzazione. È la parte che mi dà più gioia ed è la meno solitaria. […] Ho sempre amato il trailer di Jean Luc Godard per Le Mépris (Il disprezzo, 1963). Mia moglie e io lo abbiamo usato per aprire le danze al nostro matrimonio! Così ho pensato di usare il trailer esattamente come ho fatto con il libro di William Steig. Ho scritto la sceneggiatura; sapevo esattamente cosa volevo. Ho chiamato il fotografo e regista Steven Brahams per realizzare le immagini e l’editing video, e lo straordinario Craig Ward per la parte tipografica. L’unico collaboratore difficile è stato lo scoiattolo. Gran parte della nostra giornata di riprese è trascorsa a lanciare noccioline vicino al libro che si trovava a 30 metri di distanza dalla macchina fotografica”
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