“The Sapper” di Bharat Sikka è stratificato e sfaccettato come la relazione che racconta, quella tra un padre e un figlio adulto; attraverso la sequenza, Sikka crea momenti di osservazione, ricordo, confronto ravvicinato e performance collaborativa.
La complessità del lavoro è enfatizzata dal titolo: “the sapper”, ovvero “il geniere”, è al contempo un indizio sulla vita del padre, trascorsa in gran parte all’interno dell’esercito indiano, e una formula che permette all’autore di distanziarsi dal soggetto, come se il libro costituisse lo studio di uno sconosciuto e non di una figura nota e, almeno in superficie, familiare.
L’intera sequenza si impernia sul contrasto tra ciò che è noto e ciò che è sconosciuto, utilizzando i limiti del mezzo fotografico per evidenziare l’impossibilità di conoscere a fondo una realtà apparentemente semplice e fisiologica come quella del rapporto di un padre col figlio; il progetto rimanda all’idea di fotografia come atto di scrutinio intrinseco, di esplorazione dettagliata e approfondita di un soggetto reale e complesso.
