Nello svolgersi di ‘The Sun Shone Glaringly’, il dramma comicamente irrisolto del nostro “eroe” senza nome emerge da diversi elementi distinti che si intrecciano nella sequenza: fotografie di set cinematografici anonimi ma stranamente familiari in giro per Los Angeles, ritratti di aspiranti attori che fissano il sole, dialoghi goffamente poetici, notazioni di sceneggiatura presi o modificati da blockbuster hollywoodiani, e frasi inventate, a volte autobiografiche, di Lower.
Facendo riferimento a opere come Mulholland Drive e Crocodile Dundee in Los Angeles, ‘The Sun Shone Glaringly’ evoca tutti i luoghi comuni del mito di Los Angeles per affrontare una domanda essenziale: in che modo le rappresentazioni pop di Los Angeles influenzano l’esperienza quotidiana della città, e come reagiscono gli abitanti quando le loro vite reali iniziano a scivolare nella finzione?
“Real and false were fused here so perfectly that they became a new substance, just like copper and zinc become brass that looks like gold.” – Erich Maria Remarque, Shadows in Paradise