Ciò che è stato sarà
e ciò che si è fatto si rifarà;
non c’è niente di nuovo sotto il sole.
(Ecclesiaste, 1:9)
In questo volume, prima monografia della fotografa ungherese, in cui immagini pianificate con attenzione si uniscono a testi frutto di flussi di coscienza, l’artista riflette in modo critico sull’individualismo violento che connota la nostra società ed il sistema politico-economico, e sulle derivanti conseguenze a livello ambientale.
L’approccio poetico e il fluire di allegorie, testi e immagini caratterizzano il progetto, che non ha come scopo quello di raccontare una storia specifica né di analizzare le dinamiche economiche del nostro tempo, intende bensì accompagnare il lettore in un viaggio in cui le risposte sono in numero di gran lunga inferiore rispetto alle domande, domande che prima o poi converrà porci in quanto non soltanto eredi di un sistema, ma anche suoi prigionieri.