“By day they meet with darkness, and grope at noon as in the night.”
Prende le mosse da un verso biblico, impresso in copertina, il titolo della prima monografia di Feng Li, qui nella sua seconda edizione.
Il fotografo, una volta incaricato di coprire un festival dell’illuminazione in un sobborgo deserto di Chengdu, in Cina, rimane colpito dall’atmosfera spettrale di gigantesche strutture scintillanti esposte nella nebbia. In Cina, infatti, è difficile trovare una notte completamente nera, le luci led risplendono, i karaoke lampeggiano e le luminarie accompagnano i lori spettatori in un crepuscolo permanente.
La “White Night” è una dimensione intermedia in cui abbondano personalità insolite, una strana fauna che si attacca all’obiettivo malintenzionato di Feng Li, che mette in scena con leggerezza questi personaggi singolari che, a loro modo, giocano un ruolo nella grande finzione della vita quotidiana.
“Non so se queste siano sono opere fotografiche, ma so che presentano un altro lato della nostra realtà. Non riesco a spiegarmi nello specifico, perché non riesco a capire il mondo. L’unica cosa che posso esprimere sono le mie domande”.