Ciò che rende Yerevan un libro eccezionale è il suo design e il tentativo, più piccolo e meno grandioso rispetto all’opera più ampia di Ursula Schulz The Land In-Between (MACK, 2018), di riflettere sull’invincibilità del momento fotografico.
Le piccole dimensioni del libro e le stesse immagini “incollate” a un quaderno scolastico armeno ricordano allo spettatore come possono apparire le immagini istantanee o veloci in 35mm se impostate alla dimensione corretta per la visualizzazione, siano esse nostalgiche o meno. E’ come se queste immagini, applicate sulla carta come se fossero in un diario, fossero state sviluppate e infilate nella loro busta di carta dal negozio accanto alla farmacia locale di Yerevan.
Sebbene lo sguardo sull’architettura rimanga il punto centrale del lavoro di Ursula Schulz, a volte si scorge un volto che guarda fuori dalla finestra, o ci si ritrova a guardare un ragazzino in bilico su una corda tesa. Gli esseri umani si intrufolano nel libro con parsimonia, funzionando come promemoria di un mondo che si sta sgretolando.