A Hometown: 2056 kilometers, 360 villagers, countless apples & a farewell
Dal 2011 l’artista Zhang Xiao ha trasferito tutta la sua ricerca nella sua città natale, luogo ovviamente associato alla sua crescita e alla sua memoria. All’inizio, ha creato una serie di lavori tramite emulsione polaroid, come metafora del processo di lacerazione e riparazione di se stesso e della sua città, per trovare un equilibrio tra memoria e realtà.
Poi, dopo aver svuotato la roba vecchia dai cassetti di casa sua, ha rovistato nei vecchi album fotografici dei suoi parenti e si è recato negli studi fotografici locali per avere un ritratto di tutti gli abitanti del villaggio. Zhang nella sua opera cita Fei Xiaotong e la sua Cina rurale: “Ogni specifico gruppo vivente ha la sua lingua speciale, e ci sono molte parole e frasi che non possono essere tradotte in altre lingue”.
Zhang gradualmente ha costruito, o riscoperto, quella “estetica” rurale che lo circondava in tenera età, le varie tipologie di percezione visiva, che si integra e contrasta con la dimensione urbana, con la moda, con la modernità.
Nella sua esplorazione della città, il simbolo della mela ha assunto un ruolo importante, diventando il simbolo con cui l’artista segna i luoghi sparsi per la città dove ha disegnato materiali o realizzato un’opera. Questi punti distribuiti in un luogo urbano, se visti tutti contemporaneamente, costituiscono un frutteto. Ha detto: “La mia creazione segue un processo dalla ‘superficie’ alla ‘linea’, dalla ‘linea’ al ‘punto’. Volevo che quel punto fosse sostituito da una mela.”